FONDAZIONE PESENTI ETS

Il Racconto di Alessandra Elena da Salacgriva, Lettonia – I Trimestre

Il racconto di Alessandra Elena: da Trescore Balneario (BG) a Salacgriva, Lettonia, per un anno con Intercultura e il supporto di Fondazione Pesenti.


I rapporti con la famiglia ospitante.

I rapporti con la famiglia ospitante sono stati ottimi fin dall’inizio. La mia famiglia ospitante è composta da mamma e 2 figli, che però non vivono con noi (il figlio vive in un’altra città e la figlia in Svezia). Inoltre, io sono in un double placement con un americano. Fin da subito la mamma ospitante mi ha accolto calorosamente. Una delle prime cose che mi ha detto è stata che ora sono sua figlia. È la persona più energetica che abbia mai incontrato, programma sempre nuove cose da fare e mi porta sempre a visitare nuovi luoghi. Mi ha detto più volte che è felicissima io sia qui e che si sente fortunata di avermi come “figlia”. Non mento, a volte mi viene da piangere quando la sento parlare così bene di me. Direi di avere molta libertà qui, si fida di me, è molto disponibile e sento di non avere paura a parlarle di eventuali problemi, anche perché ogni volta che ho avuto un problema mi ha aiutato a risolverlo. Nei momenti duri è sempre pronta a supportarmi e di questo le sono molto grata. Posso già dire che sta diventando come una seconda mamma. Con i fratelli ospitanti, invece, non ho molti contatti, anche perché loro hanno famiglie proprie e vivono altrove. La sorella ospitante la devo ancora incontrare, ma le ho parlato al telefono e mi ha lasciato una bellissima impressione. La incontrerò a dicembre, perché la mamma ha già organizzato un viaggio in Svezia per Natale. Sono molto emozionata di incontrarla finalmente. Il fratello, invece, l’ho già incontrato un paio di volte e anche lui mi ha accolto e fatto subito sentire parte della famiglia.

I rapporti con la comunità ospitante e gli amici.

Credo di essermi integrata abbastanza facilmente. Sono partita con l’idea che sono io che devo sforzarmi per integrarmi e non che debbano essere gli altri ad adattarsi a me. Sin da subito, ho cercato di parlare con più persone possibili, anche se mi ritengo una persona molto introversa e timida, che difficilmente attacca bottone con persone che non conosce. Il mio sforzo è stato però ripagato. Sento come se fossi stata “abbracciata” dalla comunità. La scorsa settimana la mia professoressa di inglese mi ha regalato una spilla con un emblema tipico lettone, per “festeggiare con loro” (perché l’11 e il 18 di novembre è festa nazionale). I miei compagni (e anche le professoresse) hanno anche deciso di festeggiare il mio “name day” e mi hanno regalato del cioccolato. Mi son commossa. Ovviamente, ci devo mettere anche del mio, ma l’atmosfera me lo rende facile. Ho già partecipato a varie tradizioni, come il Lacpleša diena e il Martinidiena, e che questo assolutamente aiuta a farti sentire parte della comunità.

Il mio andamento scolastico, sia dal punto di vista del profitto, sia nei confronti delle relazioni interpersonali (con i compagni e con i professori).

La scuola inizia il 1º di settembre ed è un’usanza portare ai propri insegnanti dei fiori (in numero dispari, perché è una credenza che i fiori in numero pari augurino la morte). Insomma, non si va proprio a scuola, ma si celebra l’inizio di un nuovo anno scolastico. Ero emozionatissima di incontrare finalmente i miei compagni. Non sapevo però né cosa fare né dove andare. Per fortuna c’era la mamma ospitante al mio fianco. Tutti erano vestiti eleganti, e io sentivo come se non fossi abbastanza elegante. Dopo aver trovato la mia home room teacher, abbiamo fatto delle foto e siamo andati nella sala dove si sarebbe tenuta la cerimonia. Lì ho incontrato finalmente i miei compagni e ci siamo seduti insieme. È stato un po’ difficile fare conversazione con loro, un po’ per la timidezza, un po’ per il momento che era “solenne”. La ragazza seduta vicino a me si è presentata e mi ha detto i nomi dei miei compagni. La cerimonia in sé è stata noiosissima, ma il momento più memorabile è stata l’irruzione di una persona con un costume gonfiabile da orso. Non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo ma è stato molto divertente. Alla fine della cerimonia ho fatto delle foto con i miei compagni e l’insegnante. Inizialmente neanche avevo capito fosse l’ora della foto, quindi sono uscita ma poi è venuta a prendermi la mia insegnante e abbiamo rifatto una foto tutti insieme. La giornata però non era finita. Infatti, la sera dovevamo andare a cena con mio fratello ospitante e la sua famiglia, perché è tradizione nella mia famiglia ospitante andare a mangiare in un ristorante in primo giorno di scuola. Siamo stati in un ristorante a Carnikava, abbiamo mangiato (io ho ordinato pollo fritto ed era buonissimo) e chiacchierato, poi siamo andati a fare una passeggiata fino al mare. Lì, mio fratello ospitante (era la prima volta che lo incontravo) e suo figlio si sono messi a giocare con la sabbia e guardarli è stato seriamente come se fossi già parte della famiglia. Lo ricorderò come l’inizio vero e proprio dell’esperienza.

Il mio tempo libero.

Dato che sono in un paesino, non c’è molto da fare. Poi, arrivo anche a casa da scuola tardi. Nei giorni di scuola, il pomeriggio lo passo facendo compiti, studiando o rilassandomi. Due giorni alla settimana faccio danza. Vorrei iniziare anche ad andare alla scuola d’arte, ma ci sono stati dei problemi con il direttore e il tutto sta richiedendo più tempo del previsto. Vorrei anche unirmi al gruppo di danza folk. A volte esco con le mie amiche per andare a Riga oppure le invito a casa mia. Riga è il mio posto preferito; a Riga trovi sempre qualcosa da fare e semplicemente mi incanta l’atmosfera che c’è. A volte vado anche a lezioni di danza a Riga, ma non così spesso perché è lontano da casa mia (2 ore di pullman). Il weekend, solitamente facciamo delle uscite in famiglia (io, mamma e il ragazzo americano).

Le cose che mi hanno particolarmente colpito in questo Paese (sia in positivo, sia in negativo).

Prima di tutto, la quantità “abnorme” di patate che mangiano. Non ho mai incontrato nessuno che ami le patate così tanto. Altra cosa che mi ha colpito è il paesaggio. Sembra tratto da una fiaba. Ci sono così tanti alberi che non sembra di essere in un paese abitato da persone, le strade sono circondate dalla foresta. È stato stupendo vedere le foglie cambiare colore, l’atmosfera è cambiata. Ho visto anche cervi e volpi per la prima volta della mia vita. Devo parlare poi anche del meteo; a volte inizia a piovere all’improvviso. Ho visto alcuni dei temporali peggiori della mia vita qui, alberi caduti e sradicati. Inoltre, ha già nevicato un paio di volte. Altra cosa che mi ha colpito è il patriottismo dei lettoni. Quasi tutte le case hanno la bandiera lettone e in queste due settimane tutti girano con spille con la bandiera lettone sul petto dove c’è il cuore. Anche la scuola mi ha colpito, perché è totalmente differente da quella Italiana. Per finire, mi sono innamorata di Riga. La città è piena di edifici mozzafiato, coloratissimi e raffinati. Se si va in Lettonia, il suo centro storico è assolutamente da visitare, la prima volta che ci sono stata sono rimasta senza parole da quanto era bello.

3 parole che descrivono la mia esperienza fino a questo momento (spiega il perché della scelta).

“Accoglienza”: ho scelto questa parola perché l’accoglienza che ho ricevuto mi ha colpito profondamente. Sento che mi ha influenzato molto, perché mi sono sentita in uno spazio “sicuro” sin da subito quindi mi sono aperta più facilmente. Credo anche abbia aiutato a farmi vivere un’esperienza positiva sin dall’inizio. “Inaspettato”: perché la mia esperienza si è dimostrata piena di sorprese, sia belle che brutte. Non so cosa aspettarmi per ogni giorno che verrà, tutto può
Succedere. “Ricordi”: ho scelto questa parola perché sto creando moltissimi ricordi che mi accompagneranno per il resto della mia vita. Solo due mesi sono passati e sento già di avere moltissime storie da raccontare. Alla fine, sento che questa esperienza la porterò sempre con me.