FONDAZIONE PESENTI ETS

QUELLO CHE NOI NON SIAMO. Gli architetti “milanesi” e il fascismo

Grande partecipazione al convegno QUELLO CHE NOI NON SIAMO. GLI ARCHITETTI “MILANESI” E IL FASCISMO, un incontro realizzato da Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Pesenti Ets presso il Memoriale della Shoah.

Roberto Jarach, Presidente della Fondazione del Memoriale della Shoah di Milano, e Marco Vigevani, Presidente del Comitato Eventi, hanno dato il benvenuto ai partecipanti e ringraziato Fondazione Corriere e Fondazione Pesenti per aver offerto l’occasione di affrontare un argomento al di fuori del tradizionale tema della Shoa, ma con uno sguardo più ampio sui protagonisti e sul periodo storico preso in esame. “Siamo inoltre fieri di comunicarvi che quest’anno abbiamo toccato la soglia dei 120mila visitatori, un segnale importante per un luogo come il memoriale che rappresenta una tipologia di museo non tradizionale”.

Roberto Jarach e Marco Vigevani

Ad aprire l’incontro Ferruccio de Bortoli, Presidente Fondazione Corriere della Sera e Presidente Onorario Fondazione Memoriale della Shoah, che ha sottolineato quanto il fascino delle dittature sia un rischio reale: “Il libro di Gianni Biondillo ci racconta l’illusione di questi ragazzi che sperano in un cambiamento, in un moto nuovo, che porterà alla fine alle leggi razziali. L’autore ci fa capire quanto l’assuefazione ai regimi sia facile, quanto l’illusione di un potere che dà sicurezza e protezione a scapito della libertà sia un pensiero seducente. Queste letture sono l’antidoto civile per non rassegnarci alla deriva della società, per non ignorare e per saper leggere il presente”.

Marco Imperadori, Professore ordinario di Progettazione e Innovazione Tecnologica presso il Politecnico di Milano e membro del Consiglio di amministrazione di Fondazione Pesenti, si rivolge all’autore: “Questo è un romanzo antologico, che nasce da un grande lavoro di ricerca, in cui l’autore si è immedesimato nei personaggi che racconta”.

Ferruccio de Bortoli e Marco Imperadori

Gianni Biondillo, Architetto e scrittore: “È un romanzo corale, non c’è un vero protagonista, si tratta di un grande ritratto della nazione. Potevo parlare di qualsiasi categoria; ho trattato gli architetti perché questa storia mi perseguita dai tempi degli studi, – scherza – Giuseppe Terragni, Giuseppe Pagano ed Ernesto Nathan Rogers sono intellettuali paragonabili a nomi quali Primo Levi ed Elio Vittorini, ma molto meno noti. La figura dell’architetto a differenza dell’intellettuale si deve sempre confrontare con il potere, il regime. Un architetto o costruisce o non è definibile tale. Giuseppe Terragni ad esempio era un genio, intransigente, non scendeva a compromessi formali. Infatti, è l’unico che non ha mai costruito nulla a Roma. E sono le storie di queste persone che ho voluto raccontare. E chiude con una precisazione “per spiegare il fascismo ai miei figli ho detto loro che il contrario del fascismo non è il comunismo ma la democrazia”.

Gianni Biondillo

Annalisa de Curtis, Architetto, ha firmato insieme a Guido Morpurgo il progetto del Memoriale della Shoah. “Quello che noi non siamo” è una preziosa riflessione per i nostri tempi in cui si ragiona pensando al senso di appartenenza. Questo volume va oltre la storia. La domanda che mi sono posta leggendo il romanzo è stata: chi sono io per interpretare la storia? Un architetto come uno scrittore scrive sì ma con le forme; l’architetto ha questa responsabilità. Ma ho capito che è necessario andare oltre la storia e rifondare la memoria, andare al di là della propria appartenenza. La memoria si ricostruisce ma anche costituisce, affiancando alla storia le storie delle persone, le storie delle vite. Si tratta di storie di giovani che abbracciano quella che credono una rivoluzione; quando le loro convinzioni si sgretolano, dentro di loro c’è una crisi delle illusioni, un atto trasformativo, la ricerca di una via d’uscita”.

Annalisa de Curtis


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