FONDAZIONE PESENTI ETS

Il Racconto di Alessandra Elena da Salacgriva, Lettonia – II Trimestre

I rapporti con la famiglia ospitante


Fin dall’inizio dell’esperienza ho avuto rapporti molto buoni con la famiglia ospitante. Mi sento molto fortunata per aver trovato una famiglia così aperta, entusiasta e calorosa. Il rapporto in questi mesi si è ancora più solidificato: mi sono affezionata moltissimo ad ogni singolo membro della famiglia e mi trovo benissimo. A dicembre ho incontrato anche la parte della famiglia che abita in Svezia, ovvero mia sorella ospitante. Sono rimasta, ancora una volta, meravigliata dall’accoglienza e dal calore. Mi sembra incredibile che dei perfetti sconosciuti, perché alla fine questo erano all’inizio, mi abbiano resa parte della famiglia con tale facilità. Mia mamma ospitante mi supporta in ogni situazione e mi sento al sicuro con
lei. Mi tratta come se fossi sua figlia, mi porta in giro per la Lettonia a visitare, programma moltissime attività divertenti e soprattutto è lì per ascoltare i miei sfoghi e problemi. Se c’è qualcosa che non va, so che posso andare da lei senza alcun problema. Su questo aspetto, ho soltanto cose positive da dire e voglio ringraziare la mia famiglia ospitante per tutto quello che ha fatto per me.

I rapporti con la comunità ospitante e gli amici


Questo è un argomento un poco complesso per me. Mi sono sempre trovata benissimo e pensavo davvero non ci fossero problemi, ma nell’ultimo mese sento come se la maggioranza dei rapporti che mi sono impegnata a creare si siano sgretolati. Per farla breve, perché potrei rimanere a parlare di ciò fino a domani, ho scelto gli amici sbagliati e ci ho
sofferto io. Mi rattrista moltissimo questo, perché mi sentivo proprio bene, integrata nella comunità e accettata soprattutto, ma sono successe delle cose che me ne hanno fatto dubitare. Io ho cercato di non chiudermi in me stessa e spero molto di esserci riuscita.

Il mio andamento scolastico, sia dal punto di vista del profitto, sia nei confronti delle relazioni interpersonali (con i compagni e con i professori)


L’andamento scolastico è buono da tutti i punti di vista. È vero che le materie si sono raddoppiate questo semestre, e che gli argomenti sono diventato più complessi, ma fino ad ora c’è l’ho sempre fatta ad ottenere buoni risultati. Le lezioni sono completamente diverse da quelle in Italia, sia per gli argomenti trattati che per come vengono trattati, ma ormai ho
imparato a, diciamo, navigare. Con la classe mi trovo tutto sommato bene. La mia classe ha i suoi difetti, ma ho imparato a conviverci, perché alla fine non esiste la classe perfetta. In questi mesi, ho stabilito un buonissimo rapporto con i professori, soprattutto con la mia coordinatrice. I professori fanno di tutto per farmi sentire a mio agio. Comunicare con loro è ancora difficile, perché anche se capisco il lettone, faccio ancora fatica a parlarlo e a mantenere una conversazione complessa. Sono grata per la mia coordinatrice, altra persona con cui mi sento al sicuro di esprimere i miei problemi e frustrazioni. È un po’ come la mia seconda mamma ospitante adesso che ci penso.

Il mio tempo libero


La maggior parte del tempo libero c’è l’ho nei weekend, perché qui rimango a scuola fino a pomeriggio inoltrato, quindi dopo scuola non c’è molto da fare, oltre che magari una passeggiata per il paese e in riva al mare. Nei giorni settimanali mi piace soprattutto disegnare e lavorare all’uncinetto nel mio tempo libero, perché mi rilassa. Mi piace anche incontrare i miei amici, ma è difficile trovare un giorno che tutti hanno libero e alcuni vivono lontano da me, quindi è quasi impossibile vederli spesso. Nei weekend, però, mi piace moltissimo andare in giro per la Lettonia. Ho già visto moltissimi posti bellissimi e mia mamma ospitante ha programmato altre uscite, quindi sono entusiasta. Sono contenta che anche a mia mamma ospitante piaccia girare, perché nel mio paese non c’è molto da fare, quindi una delle poche opzioni di intrattenimento è visitare altri luoghi.

Le cose che mi hanno particolarmente colpito in questo Paese (sia in positivo, sia in negativo)


Mi ha colpito, prima di tutto, l’inverno. Potrei aver sottovalutato la quantità di neve che il cielo può produrre. La prima nevicata è stata a fine novembre, mentre l’ultima (spero) è stata verso metà aprile, credo. Quindi ho avuto abbastanza neve per tutto il resto della mia vita. In generale, mi ha colpito anche il meteo estremo. Ho visto cose che non pensavo
esistessero, come ad esempio tutto, ed intendo proprio tutto, ghiacciato. Inoltre, non avevo neanche preso in considerazione il fattore “ghiaccio”, ma qui si è rivelato pericoloso numerose volte. Mi ha colpito anche la scuola, dal come si fa lezione, come i professori trattano gli alunni e il rapporto studente-insegnante. Qua, ho scoperto, che l’autonomia è
molto importante, anche nelle lezioni. Il rapporto tra alunni e insegnanti lo descriverei come informale. Non è così rigido come quello in Italia e ho fatto molta fatica ad abituarmi a questa cosa (ancora la faccio onestamente). In aggiunta, il tutto è molto più rilassato rispetto in Italia, non si sente così tanta pressione. I miei compagni si lamentano di
essere troppo stressati, ma da persona che viene da un sistema scolastico completamente diverso, devo ammettere che era molto più semplice qui. I voti sono molto più alti, non si può mettere più di una verifica al giorno, i compiti sono pressoché inesistenti. Mi ha stupita come gli studenti percepiscono la scuola. Qui vado nel tecnico, ma mi ha colpito il sistema sanitario. È totalmente diverso da quello italiano. Ad esempio, non esiste il pronto soccorso, o se esiste c’è solo a Riga. Se devo ammettere, il sistema sanitario è molto scomodo, perché ti costringe a girare tra dottori diversi, spendere molto e i dottori, per farla semplice, a volte non ti credono. Per finire, mi ha impressionato il paesaggio e la
natura. Esistono luoghi qui che sembrano usciti da un qualche film. La Lettonia è veramente un paese stupendo da questo punto di vista.

3 parole che descrivono la mia esperienza fino a questo momento (spiega il perché della scelta)


Se dovessi scegliere tre parole per descrivere questa esperienza sarebbero sfida, famiglia e inaspettato. Sfida perché alla fine ho realizzato che è una sfida. Ti ritrovi a chilometri di distanza da casa tua e devi crearti una nuova vita, anche se solo per un anno. Sei catapultato in questo nuovo mondo sconosciuto, da solo, quindi è una sfida. Inoltre, ci
saranno momenti “facili” e momenti “difficili” e quelli difficili saranno una sfida. Famiglia perché credo sia una grande parte di quest’anno. La mia famiglia ospitante ha avuto un impatto positivo grandissimo su di me. Alcuni dei miei ricordi più belli sono con la mia famiglia e avrà per sempre un posto speciale nel mio cuore. Inaspettato perché, come ho imparato, può succedere di tutto. Nulla è certo e non si sa cosa potrebbe succedere domani. Puoi ritrovarti imprevisti in qualsiasi momento. Questo “inaspettato” può essere sia positivo che negativo.

Aneddoti/Commento aperto


In molti mi chiedono se mi sia pentita di essere partita. Ci ho pensato molto a dire il vero, ma ogni volta giungo alla conclusione che lo rifarei di nuovo, anche con tutte le difficoltà. Certo, è stato difficile, ma ho imparato più cose su me stessa in quest’anno che in tutta la mia vita. Ho imparato cose sulla vita, ho conosciuto persone meravigliose che
ricorderò per sempre. Sento proprio di essere cambiata e sono fiera di me per tutto quello che ho fatto, non rimpiango la decisione che ho preso di partire e sono infinitamente grata per aver avuto questa opportunità.