Il racconto di Valentina Segala: da Treviglio (BG) a Bourges (Francia) per un anno con Intercultura e il supporto di Fondazione Pesenti.
I TRIMESTRE: SETTEMBRE – NOVEMBRE 2021
I rapporti con la mia famiglia ospitante. La mia famiglia ospitante è composta dai due genitori e da due sorelle di 15 e 13 anni. Con tutti mi trovo molto bene. Fin dal primo giorno mi hanno accolto come se fossi da sempre con loro e, nei momenti di nostalgia, non esitano a darmi un abbraccio per consolarmi. Inoltre, tutti insieme scherziamo e parliamo di tutto e, quando commetto degli errori a livello linguistico, mi aiutano e correggono. Si interessano molto anche alla mia vita a scuola e mi lasciano molte libertà riguardo a quando uscire, purché faccia sapere quando e con chi. Vado d’accordo soprattutto con la mia sorella ospitante di 15 anni: assieme guardiamo film e serie tv, cantiamo, andiamo a camminare con il cane e adoriamo parlare di tutto, abbiamo un rapporto molto aperto, sicuramente per via della vicinanza di età e per il fatto che partirà anche lei con AFS.
L’interazione con la mia comunità ospitante e con gli amici. Non è stato semplice integrarsi in questa nuova realtà e i francesi non sono le persone più calorose che abbia conosciuto, perciò all’inizio non è stato semplice farsi degli amici a scuola. Con il tempo posso dire che ho trovato un gruppo di persone con cui passare il tempo e che mi accetta per quella che sono, anche se abbiamo ancora effettivamente bisogno di tempo per conoscerci meglio. Oltre che a scuola, ho conosciuto molte persone iscrivendomi a pallavolo. Infatti, proprio a pallavolo ho conosciuto delle ragazze e dei ragazzi molto gentili, educati e socievoli con cui mi piace passare il mio tempo. Ho stretto un forte rapporto anche con una ragazza svizzera partita con AFS e che si trova qui nella mia stessa città. È con lei che esco più spesso e trovo che sia veramente bello avere una amica che capisca effettivamente cosa provo in determinate situazioni. In generale, però, ho un bel legame con tutti i ragazzi ospitati nella mia regione qua in Francia, seppur abitino molto lontani. Proprio per questo organizziamo spesso delle giornate in cui ci troviamo da qualche parte per passare del tempo insieme.
Il mio andamento scolastico, sia dal punto di vista del profitto, sia nei confronti delle relazioni interpersonali (con i compagni e con i professori). Nonostante le giornate scolastiche molto lunghe (a volte fino alle 18), il poco tempo disponibile per fare i compiti e la difficoltà linguistica (seppur ovviamente diminuita ora), non posso lamentarmi: partecipo attivamente alle lezioni, anche se a volte ho difficoltà per via della lingua, quindi mi spavento e esito a rispondere; invece, per quanto riguarda i voti, nonostante le verifiche si basino sul rispondere a una problèmatique nella maggior parte dei casi e quindi risultano più complesse, ottengo degli ottimi risultati e ho una delle medie più alte della classe. La relazione con i professori non è molto diversa da quella che ho in Italia. Passo molto tempo sempre con le stesse ragazze e non ho legato molto con gli altri compagni perché, a differenza dell’Italia, ci sono delle classi comuni e delle classi a scelta, perciò è difficile instaurare un legame con gli altri.
Il mio tempo libero. Il mio tempo libero non è molto siccome la scuola dura fino al tardo pomeriggio. Il vero tempo libero che ho è il mercoledì pomeriggio e il weekend. Durante questi giorni o esco con la ragazza svizzera a mangiare in centro a Bourges e a fare shopping oppure nel weekend sto a casa a fare i compiti, vado a giocare a pallavolo (sia allenamento che partite), andiamo dalla nonna ospitante che abita a un’ora da noi oppure organizzo qualcosa con i ragazzi ospitati della mia regione.
Le cose che mi hanno particolarmente colpito in questo Paese. La Francia mi ha colpito per: – I suoi spazi immensi, desolati, pianeggianti e coltivati, colorati di giallo e di verde, dove ogni tanto trovi dei villaggi dispersi con poche case, tutte uguali…tutto così diverso dall’Italia che conosco. – Il suo modo di fare scuola: nelle verifiche non solo le conoscenze sono necessarie, ma anche saper riflettere; le giornate di scuola lunghissime e intense. – La presenza di boulangeries e pâtisseries ad ogni angolo di strada. – I prezzi di certi prodotti un po’ più alti dell’Italia
3 parole che descrivono la mia esperienza fino a questo momento (spiega il perché della scelta).
Imprevedibile: perché non mi aspettavo che fosse così difficile, ma allo stesso tempo così bello trovarsi in un Paese straniero senza la tua famiglia, catapultata in un altro contesto, a dover parlare una lingua che non è la tua in continuazione, ma soprattutto sentirti apprezzata per quello che sei senza filtri.
Difficile: perché, rispetto a ciò che credevo, conoscere gente e integrarsi in un gruppo, dover parlare un’altra lingua e capire gli altri che non parlano esattamente il francese che si studia a scuola, non è semplice come si creda.
Nostalgia: perché sono stati molti i momenti in cui mi sono mancati la mia famiglia e i miei amici, ma nonostante tutto non posso dire che mi pento della mia scelta di essere partita.
Aneddoti/Commento aperto. Noi in Italia siamo abituati a mangiare bene e tutto il mondo invidia la nostra cucina, però i tentativi di replicazione dei piatti italiani sono veramente terribili. Ho visto persone mangiare pasta senza sugo, come contorno per la carne, pasta con lo zucchero, pizze con ingredienti non commestibili e sono solo degli esempi. A parte ciò, i francesi sono sempre pronti a sedersi intorno a un tavolo a chiacchierare o ad invitare, così su due piedi, degli amici a cena. Dopo un po’ si rivelano essere un popolo conviviale e gentile, seppur all’inizio possano sembrare freddi e distaccati.