Venerdì 14 settembre 2018 – Moni Ovadia partecipa alla rassegna Molte Fedi 2018 con un suo spettacolo teatrale dal titolo “Dio Ride. Nish Koshe”, al Teatro Serassi di Villa d’Almè, Bergamo.
L’iniziativa è promossa da ACLI Bergamo, con il supporto di Fondazione Pesenti.
Simkha Rabinovich e i suoi compagni di strada continuano la narrazione del popolo ebraico, popolo di gente esiliata. Le loro musiche e canzoni rievocano le melodie che quel mondo fatto di comunità grandi, piccole e piccolissime aveva creato per vivere le feste, le celebrazioni e i riti di passaggio. Ne narrano le riflessioni alla ricerca di un divino ineffabile presente e assente, vivo e forse inesistente, padre e madre, redentore che chiede di essere redento nel cammino di donne, uomini e creature viventi verso un mondo più sereno di giustizia e di pace.
Moni Ovadia Stage Orchestra
Maurizio Dehò – Luca Garlaschelli – Albert Florian Mihai – Paolo Rocca – Marian Serban
Scene, costumi ed elaborazione immagini Elisa Savi
Progetto audio Mauro Pagiaro
Luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli
Contributi video Massimo Ottoni
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.
VIDEO
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Molte Fedi 2018