Inaugurato l’anno accademico dell’International Heart School, che permetterà a dodici studenti, provenienti da diverse parti del mondo, di diventare dottori in Cardiologia e Tecniche Applicate alla Chirurgia Cardiaca. Dal 1989 la scuola ha coinvolto circa 400 studenti da oltre 50 Paesi in via di sviluppo.
Stefano Paleari, Presidente International Heart School IHS Bergamo ha ricordato l’importanza di questa realtà d’eccellenza – sostenuta con convinzione da Fondazione Pesenti – che forma cardiochirurghi provenienti da Paesi in via di sviluppo. «La cultura, la scienza e le competenze sono strumenti di geopolitica positiva».
I giovani medici quest’anno provengono da Ghana, Georgia, Egitto, Kazakistan, Cuba, Somalia e Uganda e sono 5 cardiochirurghi pediatrici, 2 cardiochirurghi per pazienti adulti, 3 anestesisti, un cardiologo per pazienti adulti e un cardiologo pediatrico. È importante conoscere le loro storie (personali e professionali), le loro sfide e i loro obiettivi, perché queste esperienze li porteranno a creare un ponte tra l’Italia e i loro Paesi di origine.
«L’idea di Parenzan ogni anno che passa diventa sempre più moderna», aggiunge Paolo Ferrazzi, direttore scientifico dell’International Heart School, che ne ricorda la fondazione 35 anni fa, soffermandosi inoltre sulla sua visione e sull’importanza di questa scuola per il territorio e a livello internazionale.
Gli iscritti trascorreranno un anno in Italia, svolgendo lezioni e tirocini in diverse strutture: l’ospedale Papa Giovanni XXIII, il Niguarda, l’ospedale pediatrico Regina Margherita, l’Hesperia Hospital Modena, l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, il Policlinico di Monza, Ircss Multimedica di Sesto San Giovanni, l’Auxologico San Luca a Milano. «Cardiologia, cardiochirurgia e anestesiologia sono le punte di diamante per aggredire efficacemente le malattie cardiovascolari che sono la prima causa di mortalità nel mondo», riflette il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII Francesco Locati. Il master internazionale di secondo livello è erogato dalla Scuola di alta formazione dell’Università di Bergamo, insieme all’Università di Milano-Bicocca.
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