FONDAZIONE PESENTI ETS

Il racconto di Omar da Puerto Armuelles, Panama – II trimestre

I rapporti con la famiglia ospitante


Fin da subito mi sono trovato molto bene con tutti, perché sono persone con una mentalità aperta e posso parlare tranquillamente di ogni problema. Un bel ricordo in famiglia è stato quando siamo andati nella città natale della mia mamma ospitante per il compleanno di sua nipote. Abbiamo festeggiato e ballato insieme e ci siamo divertiti molto.


Le cose che mi hanno particolarmente colpito in questo Paese (sia in positivo, sia in negativo)


Una cosa che mi ha colpito in negativo è il fatto che ci sia molto inquinamento (e altri problemi correlati come il non fare la raccolta differenziata o gli scarichi che portano al fiume o al mare) perché i posti in cui sono stato sono veramente molto belli ma in questo modo si rovinano. Una particolarità positiva è che quando stai camminando per strada
tutti si salutano sempre, mi ricordo quando ero uscito con i miei amici e una signora ci ha detto: “Che dio vi benedica”.


3 parole che descrivono la mia esperienza fino a questo momento (spiega il perché della scelta)

Le tre parole sono: crescita, conoscenza e intraprendenza.

  • Crescita perché sento di essere cresciuto tanto, soprattutto di mente, perché, stando a contatto con un’altra cultura, ho avuto modo di appendere meglio lo stile di vita e tutto il patrimonio culturale del popolo messicano.
  • Mi collego così con la seconda parola: conoscenza. Questo perché ho avuto la fortuna di conoscere tante persone e tanti luoghi differenti, non fermandomi solamente alla mia città.
  • Per ultimo, ho scelto intraprendenza perché l’anno all’estero mi ha permesso inevitabilmente di mettere le mani in pasta invogliandomi a sperimentare sempre più situazioni differenti.


Aneddoti/Commento aperto


Io sento di essere senza dubbio una persona più matura. Vivere un anno di quasi indipendenza ha un certo peso: ti insegna a gestire i tuoi spazi e ad affrontare i tuoi problemi al meglio. Inoltre, come già detto, ho vissuto a contatto con una cultura completamente diversa e imparato ad accettare anche le peculiarità più controverse di questa.
Il mio intento è quello di tornare una volta finite le superiori: è un piccolo grande sogno e voglio realizzarlo.
Il mio consiglio per i ragazzi in partenza è quello di buttarsi sempre. Non abbiate mai paura di sperimentare. L’esperienza che vivrete è unica e ve la porterete nel cuore per sempre. Vivetela al massimo e imparate ad apprezzare le piccole cose, quelle che importano davvero.